L’interesse al segno rintracciabile nel gesto fuggitivo
della scrittura, o nel solco di un volto rappresenta il filo che lega esperienze
in campi apparentemente diversi.
Dal 2001 prosegue la ricerca del segno e l’attenzione al suo
significato simbolico soprattutto in campo scultoreo; pertanto dallo studio
della traccia grafica e del viso si sposta sempre più verso la formazione e
trasformazione materica di un volto o di un corpo. Progressivamente dedica
sempre più spazio a questa attività, attraverso cui tenta nuove esplorazioni e
introspezioni psicologiche.
Così
nel plasmare le sue figure riemergono componenti emotive e archetipiche che
connotano e informano l’opera. In un continuo risperimentare il senso simbolico,
la scultura ora diviene un’altra via per captare i simboli, le implicazioni e la
forza degli archetipi. I riferimenti alla psicologia junghiana e neojunghiana, e
agli insegnamenti della psicologia della gestalt rimangono una costante anche
nel suo lavoro scultoreo.
Terra refrattaria,
gesso,
bronzo,
ceramica raku,
vetroresina,
kriptonite,
metallo e cemento sono i materiali attualmente
utilizzati.
Sue opere sono presenti in collezioni private e
presso il Club
UNESCO di Bologna
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