Cristina Anna Adani

 

Sculptures

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Last revision: 16/05/2015

 

 

 

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L’artista, modenese di nascita e centese di adozione, propone all’interno della scultura contemporanea uno spazio creativo originale di forte impatto visivo e cognitivo.

La sua formazione scientifica e psicologica la porta a cogliere gli elementi archetipici delle figure femminili che modella nella terra oppure che fonde nel bronzo. È la plasticità della mente, della materia mnestica governata da segni e simboli, che rimanda alla potenzialità della materia plastica, duttile nella sapiente e reiterata manipolazione dello scultore.

Donne, dee oppure ninfe vaganti è pur sempre l’immagine della femminilità che emerge in un gioco compositivo, in un grumo pulsante di linee di forza, che cantano la bellezza infinita delle creature e riportano all’interno della materia il mistero della fertilità.

La serie delle “Dee bianche” dell’anno 2006 permette al visitatore di cogliere il senso di questa ricerca che Adani continua con determinazione e con nuovo vigore ogni volta. Le sei dee in terra refrattaria hanno l’audacia della tradizione e la decisione del nuovo.

I panneggi richiamano altri tempi delle divinità antiche, altri movimenti della danza dei corpi, altri spazi della prossemica. Bella, maestosa nella sua solitudine, la dea irradia da dentro le forze che tutto tengono assieme e legano, ostinate, i fili della vita. Eppure mai le dee ieratiche e impassibili del passato hanno potuto dichiarare l’autonomia della persona come solo Cristina Anna Adani riesce a loro infondere.

Gianni Cerioli

 

 

Da sempre appassionata studiosa di psicologia e della psiche umana, l'artista si dedica alla scultura con mestiere e libertà espressiva, trattando diversi materiali, dalla terra refrattaria al gesso, dal bronzo alla ceramica Raku, fino alla vetroresina, alla kriptonite e ai vari metalli. Per lei l'arte è uno strumento per esplorare l'Essere, per testimoniare la profondità recondita emozionale e del pensiero e le sue figure plasmate con gestualità sapida ed essenziale rappresentano la simbologia della vita, la trasformazione della materia in spirito, l'afflato verso una condizione eterea ed eterna del corpo.

Guido Folco

 

 

 

Le forme sinuose, le superfici patinate di quelle figure mute che vagamente richiamano l'iconografia neoclassica, sono in realtà ben ancorate alla contemporaneità, giocate come sono sui contrasti espressivi tra una figurazione di tradizione e una matericità informale. Nelle sue eleganti sculture, Cristina Adani trasforma con indubbia maestria tecnica le proprie emozioni in immagini plastiche, suggestioni interiori, emozioni nuove che coinvolgono e catturano.

Umberto Demichelis

 

 

“Ciò che noi solitamente connotiamo come simbolo è un segno grafico convenzionale di cui spesso coscientemente ignoriamo il significato ad esso sotteso, fermandoci all’immediato. Vi è invece spesso un significato nascosto in un simbolo, appartenente alla sfera inconscia e mai definibile completamente”.

Con queste parole Jung illustra il potente e perenne motore del cammino esistenziale di ogni individuo. In questo percorso, ogni uomo, confrontandosi con delle organizzazioni archetipe, conquista e realizza la propria personalità.  Criastina Anna Adani sceglie la scultura come via per percepire i simboli, l’influenza e la forza degli archetipi. L’artista richiama l’antica mitologia e i suoi segreti significati, rinnovando i legami tra mito e storia. La sua arte esprime suoni di una voce femminile la quale, prendendo forma e consistenza, diviene musa prediletta nelle sue creazioni.

L’artista instilla, nelle sue amorfe figure femminili, le intime sensazioni sul senso del mistero: il principio avvolge e trascende la storia dell’umanità, percorre il suo magico mondo e, popolandolo con testimonianze di eros e di maternità, oltrepassa la singola identità e materialità dell’essere donna.

Eleganti anime vaganti rompono un apparente equilibrio statico: esse danzano, libere e sinuose, innalzandosi verso una vellutata e arcaica spazialità. Lirismo e armonia compositiva distinguono l’indagine espressiva di Cristina Anna Adani, attenta alla ricerca dei materiali capaci di evocare la condizione primordiale della vita.

Terra refrattaria o bronzo, gesso o vetroresina, kriptonite o ceramica raku, l’artista utilizza per modellare i suoi corpi libranti nell’atmosfera, e compone uno spazio vibrante di coscienza collettiva, dove si amalgamo esperienza profana e dimensione spirituale.

 Flavia Soldato

 

 

 

Arte dell'Albedo

La Percezione Cognitiva

Comprensione dell'esistenza di fili invisibili che riconducono al Sè
 

Penelope

La vita è un processo cognitivo che impegna la mente creativa a tessere, come Penelope, i fili della comprensione simbolica delle immagini in cui affiorano i temi dell'itinerario di trasformazione della coscienza razionale dell'Io (Ulisse) nella coscienza del Sè (Nessuno)

 

Tratto dalla rivista

EIKON, Anno IV Settembre-Ottobre n.16/2011

 

Come attrici sorprese nella loro azione, le figure femminili della Adani si presentano a chi le guarda, con le sembianze di ninfe intente a creare trame esoteriche, i loro corpi svettano all’esterno dei manti che devono ancora essere tessuti. Gli abiti come rocce, indossati con l’eleganza e la fragilità di una statuaria, sensuale modella, lasciano intravvedere chiaroscuri tridimensionali. Ambigui giochi di materia e vuoto, affinità di forma e movimento con figure mitologiche o rappresentazioni di scene dantesche riconducibili alle incisioni del Dorè, dalle quali si dipanano fili, si formano nodi che conducono la psiche alla pura essenza delle forme.

Giampaolo Burchiellaro, Giugno 2010

 

“Le sonore argille”

L’epoca che viviamo ha fortemente accentuato lo stato di disordine e di smarrimento dell’uomo contemporaneo come effetto dell’alta tecnologia e delle conquiste straordinarie ed incontrollate nel campo scientifico-sperimentale.E’ una conseguenza della perdita delle “certezze” ideologiche e culturali e del rendere ogni cosa non più oggetto del pensare ma del de-strutturare impoverendo ogni apprendimento o conoscenza trasformando il concetto cultura in una sorta di mitologia personale, molto ben descritta dal semiologo Roland Barthes nell’ormai classico “Miti d’oggi”, dove anche la marca di un detersivo diventa simbolo di nuovi poteri magici sulla materia.Siamo di fronte ad una dilagante operazione mistificatoria che fa della esperienza personale l’unica certezza del proprio vivere e del proprio agire. “L’esperienza è legata al mito. Immergersi nell’autoesperienza vuol dire vivere il proprio mito, la storia della propria vita… Mentre il legame con la nostra vita diventa più profondo, impariamo che l’esperienza è la nostra maestra”. (Stanley Keleman) Tutto questo nuovo mondo della rappresentazione è stato definito anche come “vedere i miti in trasparenza” con il rischio di rendere evanescente o strumentale ogni riferimento o contatto con la vera dimensione dei miti e della mitologia, fonte “ingenua” ma rivelatrice di comportamenti speculativi ed  interpretativi dei fenomeni della vita naturale e sociale. I miti sono stati nella storia fin dall’antichità il dizionario vivente  del credo esistenziale e  formativo dell’uomo occidentale.
 
Un ritorno alla ri-scoperta della antica mitologia ed ai suoi profondi significati è oggetto di una interessante e stimolante ricerca da parte della scultrice Cristina Anna Adani. Questa artista dalla versatile personalità e dalla conoscenza pertinente delle varie materie che vengono utilizzate (dalla terra refrattaria al bronzo, dal gesso alla vetroresina, dalla kriptonite alla ceramica raku),   ha realizzato percorsi di indagine su “ … corpi piegati sulla terra; le figure così si sottraggono, subiscono trasfigurazioni e si estraniano”. 
Le sue opere sono, infatti, dei presupposti di narrazione, di ri-costruzione del rapporto inscindibile tra “Mito e Storia”. E’ un breve ma significativo viaggio ideale che attraversa il mondo dell’arkhaia , un mondo che è stato definito come il fenomeno dei tempora ignota.
Questo mondo che è rappresentato, fondamentalmente, dalla “voce femminile”, dalla sua presenza, dalla sua contingenza ed essenza archetipa. E’ cercare di dare delle risposte alla storia delle donne, alla storia dell’umanità e della sua esistenza. Le piccole statue  ritrovate nelle tombe o nei vari insediamenti sono figure femminili che presentano simboli diversi connotando sia l’identità di donna-fertilità sia di donna-dea.
Cristina Anna Adani nelle sue sculture ha teso ad evidenziare l’aderenza dei concetti base della vita con la “primitività” del segno rappresentativo e creativo del mondo empirico e fattuale con le prime forme di interiorizzazione delle angosce esistenziali dell’eterno rapporto inseparabile tra la vita e la morte, tra èros e thanathos.
La sua attenzione è nell’infondere nelle sue informi figure femminili le sensazioni profonde del mistero, dell’ignoto, delle forze esoteriche di una religiosità pagana e primitiva. La non-conoscenza legata al terrore di esistere e al suo superamento consolatorio mediante nuove simbologie che dessero semplici risposte, del tutto condivisibili, di natura socio-biologico-comportamentale. La donna che ripropone un altro tema pieno di significati senza tempo: il legame con la madre terra (la fertilità), la scelta della non-maternità, il non procreativo come anticipatore della morte. La donna vergine, quindi, come rappresentazione del mostruoso, dea terribile e divoratrice di bambini. “La verginità di Artimede, è la chiave per comprendere la natura. Non toccata dagli uomini, e, ciò che più conta, senza alcuna esperienza di maternità, la “femminilità” della divinità diventa pericolosamente potente”. (Nanno Marinatos)
Cristina Anna Adani  attraverso il suo “immaginario archetipo” popolato da figure, fortemente simboliche, come: la Donna Falco, la  Donna Cervo, Psiche, la Dea Bianca, Fantasma di fuoco, Circe, Despina, Caverne, ect…, ci introduce in un paesaggio magico, fatto di antichi sortilegi che ci comunica una visione del mondo dove il sogno ed il mito servivano per conoscere  ciò che è oltre, un collegamento con la propria identità e con il resto incomprensibile e privo di materialità.
E’ una stimolante testimonianza e ricostruzione della ricerca come rappresentazione di tutto ciò che esiste. Sono schegge di un mondo antico (e grezzo), che rivela la nostra natura, inalterata nel tempo della storia, di cercare in noi stessi il senso della divinità. Ascoltare noi stessi, ascoltare “le sonore argille” di Cristina Anna Adani è come ri-scoprire la continuità della nostra umana storia: conoscere le cose mediante gli universi dei simboli, delle ideologie e delle idee.
Nelle sue problematiche e dialettiche sculture l’immagine femminile è  principio d’identità con l’archetipo universale dove anche l’uomo ne è presenza innata e la dualità di anima/animus ne fissa ancestralmente la tensione erotica ed il mistero dell’amore.
La dimensione erotica e creativa trasforma la donna in luce-divinità/ luce-donna, producendo, nel tempo, nuove forme metamorfiche della “luce dell’amore” come trascendenza del mistero della bellezza e della sua materialità.
Questa ricerca filosofica ed antropologica è alla base della produzione scultorea di questa interessante artista, poiché nel riproporre modelli di evocazione mitologica ed arcaica della figura umana, diventa archeologa essa stessa delle forme simboliche per decifrare  l’irrealtà ontologica sia dell’esperienza umana sia delle primordiali concezioni della vita e del mondo. E’ saper cogliere il divenire del Tempo nel suo rendere illusorio ed evanescente ogni azione e testimonianza umana.
La sua ricerca nei miti della femminilità non è fine a se stessa, ma risuona come linguaggio sonoro che non si disperde, ma si rintraccia nell’angoscia contemporanea, dove, secondo Heidegger, la “temporalità di ogni esistenza umana genera fatalmente l’angoscia e il dolore”. E’ il senso del Nulla che prevale nella nostra epoca e forse il lavoro intelligente della scultrice Cristina Anna Adani potrebbe suggerirci nuovi percorsi culturali: contrastare il dilagante processo di omologazione e di conformismo della personalità umana  e l’ideologia dei nuovi idola artificiali che connotano il nostro immaginario ed il nostro modo contemporaneo di pensare e di rappresentare la realtà.
E’ forse importante il ritorno simbolico al caos, alla spiritualità arcaica, allo sperimentare la luce della conoscenza e l’ombra psichica non prodotta dallo smarrimento od estraniamento dell’esistenza, ma dalla crescente consapevolezza delle esperienze iniziatiche e di resurrezione attraverso progressive crisi psichepatologiche in cui si esprimano l’esperienza profana e la dimensione del sacro.
E’ un invito al “risveglio”, ad eliminare i “mostri” dei sogni, prodotti dal sonno non solo della Ragione, ma della perduta identità ancestrale e della presenza della Donna Madre, della Dea Bianca o della “Donna unica” medievale, fonti di nuove energie e di rinnovate immagini rigeneratrici di saggezza e di amore.
“Così, coloro che nei quadri guardano coi loro occhi le immagini dell’arte non vedono le stesse cose, ma quelli che nel sensibile riconoscono l’immagine di un essere posto nel loro pensiero, sono per così dire turbati quando arrivano a ricordarsi della realtà vera: da questo turbamento nasce l’amore”. ( Plotino )
                                                                   
Prof. Franchino Falsetti
Bologna, 27 maggio 2009
 

 

 

Le Teste di Cristina Anna

"ll tempo e lo spazio, rappresentati da volti remoti, sono avvolti da una rete che pare fermare ogni passaggio spaziale e temporale in una sorta di triangolo tridimensionale, alludendo ad una sosta meditativa e contemplativa.


Le teste appaiono, infatti, in silenzio o appena si sussurrano a vicenda, si dispongono in un quieto ascolto in una sospensione che può generare attenzione e contatto.
Pertanto accostamento fra divergenze, intese come forze vitali diversificate, racchiuse dal reticolo, che come tale, simboleggia una sostanza embrionale in grado di produrre vita e richiama il potere neutrale dell’utero; da qui un riferimento alla totalità"

Le teste disposte a terra esprimono la fine di una era, di molte culture e dei modi peculiari di ogni civiltà di rappresentare il tutto. Il  reticolo rappresentato dall'artista  è una chiara esigenza di sintesi delle esperienze spirituali provenienti dal passato....come risposta alla miseria intellettuale e culturale del presente e premonizione di un cambiamento radicale della coscienza collettiva.

Il potere neutrale dell'utero è da sempre ritenuto il potere androgino di autoconcepire parole e opere pregne di significato. E l'androgino preannuncia la nascita di una nuova  cultura umanistica fondata sulla trasformazione dell'energia sessuale in amore, creatività, coscienza e conoscenza di sè, le quattro tappe di trasformazione dell'identità individuale nell'identità del Se transpersonale.

Marta Breuning

Rivista E:IKON, 5 Giugno 2009

 
"Donne Vaganti"

Con un'elegante resa formale ed armonia dell'equilibrio le sculture dell'artista Cristina Anna Adani si addentrano in una strutturazione inimitabile, capace di dare al fruitore una suggestiva narrativa di esperienza unica. Ella, che opera con impegno e profonda conoscenza della tecnica, conferisce vita alla materia con un susseguirsi di emozioni profonde; è una materia che si anima di spiritualità e contenuti umani unici, dote assolutamente preziosa da parte dell'artista che fa della sua arte un racconto stupefacente. La sua passione per la figura umana femminile, che è il soggetto prediletto nelle sue creazioni, si distingue con immediatezza ed importanza sia concettuale che estetica, anche per via del suo vigore espressivo e dell'autenticità dei sentimenti. Ogni incontro con l'opera della Adani evoca un'intensa emotività sempre palpitante di poesia e grazia compositiva, che vive costantemente in un dinamismo carico di emozionalità. L'artista riesce così a tirar fuori mirabilmente dalla materia l'anima, ne risulta pertanto un iter di ampio coinvolgimento tanto da donare alle sue figure di "donne vaganti" intime emozioni stabilendo con esse una relazione che travalica ogni scena tradizionale. Le sue sculture, fedeli alla dimensione figurativa, allo stesso tempo si arricchiscono di uno stile sorprendente, sempre in evoluzione che si rinnova di continuo con incessante studio, abilità di costruzione e forza espressiva che danno prova di un'operosità responsabile dal notevole impegno scultoreo. La donna con le sue gioie e con le sue sofferenze, rivelatrice di un proprio stato d'animo e di un'identità espressiva sia sul piano emotivo che su quello comunicativo si innalza sinuosa verso una morbida spazialità densa di ritmo e singolare impatto visivo. All'interno del modellato della Adani memorie e ricordi garantiscono un valore estetico e contenutistico di grande rilievo. Quello che facciamo leggendo le opere della scultrice è un viaggio nella figura umana, nella sua psiche e nella sua condizione esistenziale. L'artista materializza con significazioni e vivi sentimenti opere dall'autentico spazio artistico. Eleganza, equilibrio e bellezza caratterizzano validamente le sue figure; i vuoti e i pieni, le proporzioni e la gestualità acquistano una responsabile discorsiva di evidente autonomia stilistica e culturale. Quella della Adani è un'indagine sulla figura femminile: attenta e vissuta con meditata ricerca dei materiali, perizia formale ed energia vitale. Nel suo ruolo la Adani si qualifica appieno. I volumi armonici e la forza dinamica offrono un'intima e vibrante resa che conduce la Adani ad operare sempre con maturità, vigore e purezza d'animo.

M. Malì

 

 

Da "il Resto del Carlino" di Domenica 2 Novembre 2008

La Centese Cristina Anna Adani dispiega nella composizione delle sue opere ritmi avvolgenti, mentre instancabilmente proietta nello spazio le linee di forza delle sue figure

Gianni Cerioli

 

 

"La Terra in forma di fuoco"

Ci sono molti modi per “raggiungere” la scultura, Cristina è passata attraverso la grafologia. Per lei il “segno” non ha segreti. Sa decodificare, con professionalità e sensibilità, le attitudini e i caratteri salienti di chi scrive. La “calligrafia”, in quanto “capsula” contenente un’identità, Cristina ha deciso, per sé, di romperla, aprire questo contenitore e liberarne il contenuto, con tutto quanto comporta, anche in termini di contraddizione; si mette in gioco, si lascia interpretare, permette all’interlocutore di avvicinarsi al suo segreto. Così, Cristina, comincia a “scrivere” con la terra e ci racconta di anime che rompono il guscio della materia per liberarsi in fiamme vibranti e sciolgono lacci invisibili. Le sue sculture sono acqua, neve, vapore, suoni e lingue di terra trasformate in fuoco, tanto fuoco, perciò ci appaiono come corpi mossi  da un calore interno e, quasi a riscattarsi dall’inazione, danzano una danza sensuale dove la passione guida l’intenzione verso un luogo originario e misterioso ..un magma di altre anime liberate e danzanti. Anche i ritratti che Cristina costruisce ci portano in un mondo antico dove è continua la lotta tra sé e l’Idea. I volti seducenti e silenziosi, chiarissimi, quasi di ghiaccio, vengono addolciti da una sorta di spinta interna. Sono volti di regine prigioniere del ruolo a cui sono destinate, ma dentro alle quali la passione non langue, il fuoco, ancora, rompe l’apparente staticità per essere assecondato nella propria forza. E in questo modo Cristina restituisce alla terra-creta tutta la sua valenza simbolica ed evocativa in continua alternanza, in fluida dualità, di lotta e silenzio, inquietudine e misticismo, forma e sogno.

Tiziana B.

 

 

Con Cristina Anna ci troviamo di fronte ad un componimento scultoreo di valore personale ed universale. La scultrice rielabora "il mito" dell'espressionismo classico di varie civiltà per reinserirlo in una personale motilità di legami che dal passato la immettono in un campo d'azione difficile come costruzione, materia ed elaborazione. Affiorano così le sue sculture che ci offrono i particolari dei corpi femminili di riferimento cui l'artista è interessata, talvolta mutilati, senza volto, perchè per l'artista Adani è scultoreo ogni particolare che ritrae e propone. Scultura con un back pieno di immagini cognitive che affollano la vita artistica di questo talentuoso scultore al femminile.

Michael Musone

 

 

L'arte di Cristina Anna Adani è poesia e raffinata seduzione, le sue sculture hanno leggerezza e movimento; nelle sue "Dame bianche nel vento" c'è armonia, incantevole bellezza e grande forza compositiva!

Laura Mercuri, Giugno 2010

 

 

Cristina Anna Adani è ormai da anni impegnata in una ricerca sull'identità del femminile che passa attraverso la pratica plastica con l'utilizzo di vari materiali come la kriptonite e la juta. L'artista ottiene così forme man mano più aeree e sempre più lontane da un'immediata riconoscibilità dato che i corpi, più che essere rappresentati, sembrano gradualmente farsi a contatto con l'atmosfera.

Gianpaolo Burchiellaro, Giugno 2010

 

La scultura egizia diviene il paradigma per esprimere l'identità profonda della donna, nella sua immagine più antica e misteriosa. L'artista genera una ricerca plastica, quasi archeologica, delle simbologie ancestrali della scultura che diventano le radici più autentiche della sua interiorità figurativa. Cristina Anna Adani supera la mimesi della copia, donando alle sue opere una profonda spiritualità interiore unita a una forte personalità ideativa, tramite progressive e sapienti scansioni plastico esecutive.
 

Prof. Arch. Gianluigi Guarneri